mercoledì 8 febbraio 2012

Il miracolo di guarire

Macrolibrarsi.it presenta il LIBRO: Il Codice della Guarigione di 
Alexander Loyd e Ben Johnson

giovedì 20 ottobre 2011

"Mamma, che lavoro fai?"

"Mamma, ma tu che lavoro fai?"
Mio figlio Gabriele si è presentato da me con questa domanda più che legittima, e confesso che ho dovuto riflettere un attimo prima di rispondere. Alcune professioni sono conosciute e riconosciute da tutti, hanno dinamiche ben precise,  e facile sarebbe stato rispondergli: sono un dottore, un panettiere, un musicista....

Spiegare a un bambino di 7 anni cos'è un COACH è una bella sfida, considerando che a volte anche alcuni adulti, qui in Italia, non hanno neppure mai sentito questa parola.

Ho iniziato a rispondergli (da bravo coach!) facendogli una domanda: "C'è qualcosa che vorresti tanto fare, che ti renderebbe felice?"
E siamo andati avanti per un po', io con le mie domande, lui con le sue risposte, esattamente come avrei fatto con uno dei miei clienti.
Alla fine, quando aveva chiara in mente la sua strategia vincente per suonare la chitarra (questo era il suo obiettivo!), gli ho detto: "Ecco cosa fa mamma: aiuta le persone a capire come realizzare i propri desideri!".

Sicuramente dovremo riparlarne, ho visto in lui molta curiosità, quasi se avesse di fronte... il Genio della lampada di Aladino, e a volte un po' mi sento un po' così, mentre guido le persone verso i propri obiettivi.
Adoro il mio lavoro, e sono arrivata fin qui grazie all'aiuto di molti Coach che ho incontrato negli ultimi 8 anni, e che mi hanno aiutata a focalizzarmi su ciò che per me era davvero importante, e a trovare dentro di me le risposte e le risorse di cui avevo bisogno.

Quando ho iniziato il mio percorso di formazione facendo un master in PNL, infatti, la cosa che più mi ha sorpreso e stimolato è stato comprendere che qualunque possa essere il tuo obiettivo o la sfida che vuoi cogliere, per quanto tu ti senta smarrito e lontano dalla meta, tutte le risorse di cui hai bisogno per raggiungerla sono già in tuo possesso e non hai bisogno di niente di più di ciò che sai già fare: si tratta solo di rimettere un po' di ordine, e iniziare a guardare le cose da nuovi punti di vista. Queste operazioni, a volte, sembrano impossibili, perché spesso da soli non riusciamo a comprendere quali siano le possibilità che non stiamo valutando.

Ecco che l'aiuto di un coach, può rivelarsi prezioso: dall'esterno, senza coinvolgimento emotivo, e con la giusta preparazione, è molto più semplice vedere dove il meccanismo si inceppa, e attraverso semplici domande è possibile guidare la persona esattamente dove vuole, facendole costruire la sua strategia di successo.

La chiave di tutto sono le domande, e un coach è maestro nelle domande: fa le domande che il cliente non è abituato a farsi, così le risposte forniranno elementi nuovi, appartenenti comunque alla persona.
E questo, a mio parere, è meraviglioso!

Tornerò sicuramente su questo argomento, e non solo con mio figlio!
Nel frattempo, se ti ho incuriosito e vuoi approfondire anche da solo l'argomento, puoi leggere un libro molto utile e pratico, che oltre a farti comprendere meglio l'arte del coaching, ti può aiutare a dare...  il meglio di te!
Alla prossima!


Il Meglio di te con il Coaching - LibroBuono

domenica 16 ottobre 2011

Uscire dal letargo

Autunno.
Molti animali si preparano al riposo invernale.
Alcuni, invece, coi primi freddi sentono dentro di sé la misteriosa forza della creatività, quella che porta a generare idee concrete e realizzabili. E sono, finalmente, pronti.
Come se uscissero da un letargo troppo lungo, durato mesi, forse anni.
Un lungo periodo in cui poco riesci a combinare, troppo impegnato come sei nella difficile arte della sopravvivenza.
Tutto rallenta a tal punto da sembrare quasi fermo.
Ma in realtà, fermo non è.
E a un certo punto, quando ormai sei abituato a questo ritmo pressoché statico, ecco che accade qualcosa, e inspiegabilmente, le tue energie si concentrano di nuovo al di fuori, proiettate nel futuro.

Nel progetto.

E anche se ancora sembra tutto confuso, dentro di te senti che il fuoco è ancora acceso, il cuore batte, e pompa, e tutto piano piano si risveglia. E si rimette in moto.
E uscire dalla tana ancora ti spaventa, ma non ti puoi trattenere, e a piccoli passi, esci allo scoperto.

E la vita riprende i ritmi a cui eri abituato.
E hai voglia di ricominciare.

Ti aspettavi tutto questo accadesse a primavera.
A quanto pare ci voleva l'autunno!
 
Bentornati alla vita!
E buon divertimento!

giovedì 29 aprile 2010

Donne in rinascita.

Donne, amiche, sorelle. 
Ne ho tante, apparse come per incanto nella mia vita in questo ultimo anno, che amo e stimo più di qualunque cosa. Le sento vicine, nei momenti più belli e in quelli più impegnativi.
Noi donne siamo davvero una sorpresa continua.
Oggi, una delle mie amiche-sorelle, non potendo abbracciarmi di persona per starmi accanto in un momento particolare della mia vita, mi ha mandato un video.
Ho pianto fiumi di lacrime mentre lo guardavo e riguardavo. 
Parlava di me.
Ma credo parlasse anche di te, o di una donna che conosci.
E parlava al cuore.
Per questo ho cercato il testo e lo voglio condividere qui,  perché davvero, durante i lavori in corso di una "donna in rinascita" a volte si può perdere di vista la verità: e cioè che una donna si rimette sempre in piedi, dopo qualunque caduta, dopo qualunque catastrofe.
Me ne stavo quasi per dimenticare.
Per fortuna ho tante amiche.

Grazie, Patrizia, ti voglio bene!

Donne in rinascita
Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in assoluto è una donna in rinascita.
Quando si rimette in piedi dopo la catastrofe, dopo la caduta.
Che uno dice: è finita. No, finita mai, per una donna.
Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina anti-uomo che ti da la morte o la malattia.
Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti stai giocando l'esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina è un esame, peggio che a scuola.
Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo capo ti guarderà deciderai se sei all'altezza o se ti devi condannare.
Così ogni giorno, e questo noviziato non finisce mai. E sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo; che sei terrorizzata che una storia ti tolga l'aria, che non flirti con nessuno perché hai il terrore che qualcuno s'infiltri nella tua vita.
Peggio: se ci rimani presa in mezzo tu, poi soffri come un cane.
Sei stanca: c'è sempre qualcuno con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per tenertelo stretto.
Così ti stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la racconti, te lo dici anche quando parli con le altre: "Io sto bene così. Sto bene così, sto meglio così".
E il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure con quel ragazzo che ami alla follia.
In quell'uomo ci hai buttato dentro l'anima; ed è passato tanto tempo, ce ne hai buttata talmente tanta di anima, che un giorno cominci a cercarti dentro lo specchio perché non sai più chi sei diventata.
Comunque sia andata, ora sei qui e so che c'è stato un momento che hai guardato giù e avevi i piedi nel cemento.
Dovunque fossi, ci stavi stretta: nella tua storia, nel tuo lavoro, nella tua solitudine.
Ed è stata crisi. E hai pianto. Dio quanto piangete!
Avete una sorgente d'acqua nello stomaco. Hai pianto mentre camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la macchina e hai guidato per ore, perché l'aria buia ti asciugasse le guance? E poi hai scavato, hai parlato. Quanto parlate, ragazze!
Lacrime e parole. Per capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo dolore. "Perché faccio così? Com'è che ripeto sempre lo stesso schema? Sono forse pazza?" Se lo sono chiesto tutte.
E allora vai giù con la ruspa dentro alla tua storia, a due, a quattro mani, e saltano fuori migliaia di tasselli.
Un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E' da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque, ha dentro un istinto che la trascinerà sempre avanti.
Ti servirà una strategia, dovrai inventarti una nuova forma per la tua nuova te.
Perché ti è toccato di conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa.
Non puoi più essere quella di prima. Prima della ruspa.
Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente.
Innamorarsi di nuovo di se stessi, o farlo per la prima volta, è come un diesel.
Parte piano, bisogna insistere. Ma quando va, va in corsa.
E' un'avventura, ricostruire se stesse. La più grande.
Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore delle tende o dal taglio di capelli.
Vi ho sempre adorato, donne in rinascita, per questo meraviglioso modo di gridare al mondo "sono nuova" con una gonna a fiori o con un fresco ricciolo.
Perché tutti devono capire e vedere: "Attenti: il cantiere è aperto.
Stiamo lavorando anche per voi. Ma soprattutto per noi stesse".
Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più grande meraviglia.
Per chi la incontra e per se stessa.
È la primavera a novembre. Quando meno te l'aspetti. 

Jack Folla - da una trasmissione di Jack Folla 

ecco qui di seguito anche il link per accedere al video

mercoledì 28 aprile 2010

Vivere veramente

"Vive veramente chi è utile all'umanità e sa usare se stesso;
mentre coloro che stanno appartati e nell'inerzia,
fanno della loro casa una tomba.
Sulla soglia, al posto del nome,
si potrebbe scrivere,
come un'epigrafe sul marmo:
sono già morti prima di morire."
Seneca - Epistola LX, 4



Rileggevo stamattina alcuni passi di Seneca sul tema del tempo, e mi sono resa conto che cadevano "a fagiolo" per aiutarmi a trovare il bandolo di una matassa un po' troppo aggrovigliata.
Da un po' di tempo mi chiedo quale sia lo scopo della mia vita, cosa voglio e posso essere per dare un senso al mio passaggio su questo pianeta. Mi chiedo cosa voglio esprimere, donare, ricevere, per sentirmi viva e felice, e mi accorgo che queste sembrano domande astratte, filosofiche, alle quali può sembrare complicato trovare una risposta. E viene quasi la voglia di smettere di farsele, di accontentarsi di ciò che hai, che sei, che fai, che vivi, anche se può sembrare privo di senso.

Poi, all'improvviso, come so che succede, arriva la risposta a tutte le domande che fai e, nel mio caso, viene fuori da qualche riga scritta quasi 2000 anni fa.

Da sempre so quanto piacere traggo dall'essere utile a chi amo, e da qualche anno mi sono accorta di quanto importante e gratificante sia per me poter aiutare chiunque, anche chi vedo per la prima volta e magari non rivedrò mai più.
Per questo motivo sono un coach, in primo luogo per me stessa: perché mi sento viva veramente quando vedo negli occhi di chi sta di fronte a me quel lampo che esprime l'aver trovato una soluzione a qualcosa che sembrava impossibile, e che invece, con le domande giuste, si rivela essere quasi banale.

Pensavo fosse semplicemente una forma di egoismo: aiuto gli altri a stare meglio perché così sto meglio io!
In realtà capisco finalmente che c'è un disegno dietro a ciò che faccio e che sono, e che un po' di sano egoismo è, forse, il modo migliore per me per poter essere utile all'umanità.
Finché saprò e vorrò usare me stessa e i molti strumenti che ho acquisito in questi anni, mettendomi al servizio di chi vuole stare sempre meglio, mi sentirò davvero viva.
Ed è sempre per questa voglia che ho di vivere intensamente che non smetto mai di leggere, di informarmi, di crescere e... di farmi domande!
E da oggi ne avrò una nuova: sento di vivere veramente?

Grazie, Seneca!

giovedì 22 aprile 2010

Emozioniamo!

Viviamo in un mondo in cui, spesso, chi si prende la libertà di "emozionarsi" viene considerato un "debole" o un "perdente".
La mia assoluta convinzione, invece, è che solo riprendendo contatto con il nostro lato emozionale più intimo, possiamo veramente sentire ciò che è buono per noi, per scegliere e decidere il nostro destino, invece di lasciarci vivere.
E questo, sono certa, renderà il mondo ogni giorno più accogliente.

Per questo ringrazio chiunque voglia lasciare un contributo, che sia di stimolo e di esempio per gli altri.

"Emozioniamo" è il mio invito: contagiamo l'universo con la forza delle nostre emozioni più vere e più sincere.
A volte puoi conoscere una persona anche solo da una lacrima, da un sorriso, da quel leggero rossore che affiora sul suo volto, dalla voce che trema o che muore in gola...
E se allontani il giudizio e rimani solo su ciò che c'è, in quel momento, potrai davvero entrare in connessione con chi hai di fronte, per sempre.
Barbara

La voce del cuore

Oggi sento che si può iniziare.
Iniziare a far parlare la voce del cuore.
Senza timore, senza aspettative.... solo per il piacere che mi deriva dal lasciare fluire quell'insolito fiume di parole che sgorga dalla più profonda intimità del mio essere, e che mi rende unica e speciale.
Oggi sono pronta ad aprire nuove stanze segrete, tenute chiuse per troppo tempo, solo per lo stupido timore di poter venire derisa, giudicata, ferita.
Oggi ho capito che l'unico profondo e straziante dolore mi deriva dal tenere nel silenzio la parte più vera di me, che vuole gridare al mondo il suo canto di gioia e di passione, di libertà e di unione, di armonia e di vita.
E che musica sia!